Il lusso ha origini antiche. L’Alta Moda nasce, perisce e rifiorisce sul tracciato di una linea del tempo, come risorta dalle sue stesse ceneri. Innovare, oggi, non può prescindere dal saper saggiamente possedere le tecniche antiche per permettergli di aderire alle tecnologie moderne. Di formazione tecnica, Luigi Borbone è testimone di un’interpretazione della Moda che si smacca dai cliché della tradizione, ma che inevitabilmente ne ricalca i contorni, in un rapporto dialettico d’amore e d’odio tra il vecchio e il nuovo. In questa relazione binomica si inserisce il contesto capitolino, teatro di continue rinascite.
Ciao Luigi. La tua maturazione artistica gode di radici di matrice architettonica. In passato anche il grande Gianfranco Ferré, consacrato come l’architetto della Moda, vantava un simile percorso. In quali dettagli del tuo lavoro ti lasci maggiormente ispirare da quest’attitudine?
Creare moda è una operazione di fantasia, manifestare la propria sensibilità, il proprio intuito. Ma è soprattutto metodo, progetto, fondato sulla concezione che un abito è come il risultato di un intervento programmato con delle forme ben precise. Un processo di costruzione che parte da una realtà bidimensionale (il disegno) avendo il corpo umano come referente. Vestire una donna significa ragionare in termini di linee, volumi, proporzioni, esattamente come realizzare uno spazio architettonico.
Chi è la donna Luigi Borbone? L’aristocratica romana o la giovane internazionale?
Non amo la classificazione sociale di una donna ben precisa che sceglie Luigi Borbone, pertanto, posso risponderti entrambi o nessuna delle due. Amo le donne che a loro volta amano essere belle e sentirsi particolari e contraddistinte per la loro personalità e modo di essere e interpretare una mia creazione. Le mie creazioni vanno dalle silhouette minimali eleganti, alle gonne ampie a multistrato di georgette di seta, a sirene provocanti, fino alle reti con cristalli lussuosissime. Quindi ne ho per tutte.
Mamma Roma. La città sede della maison non può esimersi dal possedere i tuoi flussi di ispirazione. La storia della capitale segna innegabilmente coloro che la attraversano. Ma tu che cosa vuoi lasciarle?
Roma è la mia città, ho studiato a Roma mi piace viverci. É la città delle mille stratificazioni proprio come la mia moda, anzi prima di tutto proprio come sono io. Penso di aver ricevuto molto ma dato molto di più, è arrivato il momento di scavalcare questo confine. Sto vivendo un momento di riflessione di voglia di vedere e conoscere altro, sono sicuro che presto ci tornerò ma per ora Roma non è il centro del mio mondo. Quindi all’istante non mi riesce di rispondere sinceramente alla tua domanda.
Storie di famiglia. I tuoi nonni hanno potuto regalarti un’eredità importante, la loro esperienza alla corte di alcuni tra i più grandi designer italiani degli anni Cinquanta: dai pellami raffinati di Guccio Gucci ai giardini di seta del Marchese Emilio Pucci. Qual è il lascito che conservi con maggiore gelosia?
C’è una foto di mia nonna nel suo atelier trasteverino che conservo gelosamente, dove è ritratta assieme al suo staff mentre prova ad una cliente americana un abito da sera. Ebbene lì c’è racchiuso tutto l’insegnamento di una vita familiare: il rispetto per il lavoro altrui e la consapevolezza che questo lavoro non lo si può fare da soli.
Il futuro dell’Alta Moda. Rimanere arroccati sugli allori o entrare in contatto con nuovi stimoli provenienti dalla cultura popolare?
Vestire l’alta moda è un grosso privilegio che non tutti possono permettersi. Un abito di alta sartoria non ha solo la preziosità della ricerca, dell’unicità dei materiali preziosi, del poterlo indossare in occasioni particolari, sicuramente ciò che lo rende diverso da un abito prêt-à-porter è il valore umano della realizzazione fatta a mano sul tuo corpo, del tempo impiegato e soprattutto dell’esperienza che si vive assieme per un certo lasso di tempo. Per quanto concerne l’idea che c’è dietro ad ogni creazione è inevitabile che dentro c’è tutta la cultura popolare che ci circonda, la moda è costume. L’alta moda non puzza di naftalina soprattutto la mia.
Vittoria M. Podo
In alto: foto concessa dalla Maison Luigi Borbone.
Galleria: foto concesse dalla Maison Luigi Borbone.
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