“Buona fortuna, bambina” sussurrava un impeccabile Humphrey Bogart in Casablanca mentre rendeva alla Storia del Cinema uno degli addii più iconici di sempre. Come iconico è rimasto anche il suo trench e soprattutto il suo Borsalino. Infatti la superbia raffinata ed enigmatica di questo cappello in feltro hanno permesso che calzasse testa e pensieri dell’intera Hollywood dei tempi d’oro e che si consacrasse, nell’immaginario collettivo, come essenza di una eleganza energica, di una gentilezza virile.
È nel 1857, ad Alessandria, che dalla delicatezza del gusto italiano e dalle mani di Giuseppe Borsalino “u siur Pipen” nasce il Borsalino, dapprima come must femminile detto anche Fedora dalla protagonista del film che lo battezzò e subito dopo come l’evocativo simbolo che tutti conosciamo, simbolo di una mascolinità fiera ma mai grezza, insomma un cappello che permette di fuggire lo sguardo e di alitare mistero.
“In passato creammo generazioni di stile. Oggi creiamo lo stile delle nuove generazioni.” E ora che l’eleganza è di nuovo una virtù il Borsalino torna, come una profezia, irrimediabilmente alla ribalta.
Chiara Silvano
In alto: foto tratta da Jp.fashionnetwork.com.
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