Non è Fendi e neanche Versace. É Fendace: il nome della collezione che celebra la fusione a caldo del Versace di Donatella Versace con Fendi di Kim Jones. Una collezione che miscela il nostalgico stile Versace anni Novanta al monogramma e al savoir-faire artigianale di Fendi ( sulla carta, sono questi gli ingredienti) dando vita ad un prodotto pop, da collezione. Sicuramente un’operazione riuscita, ma squilibrata: poco Fendi, troppo Versace. Dall’altronde miscelare i due DNA non è un’operazione semplice, ma era davvero necessario rispondere al Gucci/Balenciaga di Alessandro Michele? Snaturare la natura dei brand per puro fine commerciale, in nome dei tempi che cambiano sembra essere il nuovo trend. Noi non possiamo far altro che stringere le braccia, regalare un’applauso contenuto e arricciare le labbra.
Dopo un sussurrio che da tempo infestava il fashion system, la collezione è stata presentata in un’oscurità patinata, negli ultimi giorni della Milano Fashion Week ed interpretata dalle grandi supermodelle di ieri e di oggi insieme alla nuova guardia di modelle plus size. Su Naomi Campbell, Kate Moss, Amber Valletta e Shalom Harlow hanno sfilato linee iconiche della casa della medusa, arricchite con il monogramma della maison romana. Un risultato kitsch sicuramente redditizio in termini di vendite ma che ideologicamente da vita ad uno scontro tra chi vede la Moda come arte e chi come guadagno dimenticando che essa è esattamente al centro.
Luca Caputo
In alto: foto tratta da Cosmopolitan.
Galleria: foto tratte da Io Donna, Outpump, Vanity Fair.
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