Nel Sanremo delle donne, anzi con le donne più che delle donne; nel Sanremo di Amadeus, in questa settantesima edizione del Festival della canzone italiana tenutasi al Teatro Ariston di Sanremo dal 4 all’8 Febbraio 2020, molto si è sentito, tanto si è parlato, poco è rimasto.
Nobili intenzioni venute meno sin dagli arbori, tra controversie e fraintendimenti, critiche ed attacchi, regalandoci però, grazie ad un’attenta regia, un show ricco e acceso, senza dubbio impregnato di arte e maestria, spezzato da momenti più seriosi, che nel bene e nel male hanno realizzato uno specchio simbolico della cultura e del modo di fare del Bel Paese.
Osannato ed odiato Achille Lauro, rimane senza dubbio uno dei protagonisti più controversi di questo Festival. Camaleontico: Da San Francesco d’Assisi a David Bowie fino alla Divina Marchesi Luisa Casati e alla Regina Elisabetta I. Confezionati dall’atelier di Alessandro Michele per Gucci, tanti sono stati i volti interpretati dall’artista durante le serate sanremesi, uno solo il messaggio che risuonava dalle pareti dell’Ariston ai piccoli schermi in mondovisione. Un inno alla libertà, alla sincerità contro una società ipocrita, da un’infanzia difficile ad un vortice di musicalità ed interpretazioni memorabili insieme al chitarrista Boss Doms. Iconico il loro bacio, tra due uomini etero, a dispetto delle convenzioni.
Achille Lauro avrà potuto cedere al desiderio di farsi notare, ma ha fatto una piccola rivoluzione, riuscita o non riuscita l’ha fatta; originale o meno l’ha fatta. Sofisticata, griffatissima e graffiante. Mai sentito un me ne frego! urlato in modo cosi charmant.
Luca Caputo
In alto: foto tratta da Wired.
Galleria: foto tratte da Vogue.
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