«Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo»
(Genesi 2,20-22)
Au contraire. Secondo la mitologia Luca Caputo, l’uomo nasce dalla donna. Lui è Virile, ma nel senso più profondo del termine. Non nasconde la propria sensibilità, le proprie pulsioni, la propria raffinata diversità, ne fa anzi un punto di forza. Creazione della donna, dimostra il suo lato femminile senza il minimo indugio. Sicuro della pienezza di se stesso e di ciò che gli appartiene, non ha paura di quello che resta nel mondo. È intelligente, percorre la sua strada determinato al successo, Potenza nel suo stato più sublimato.
Il suo volto è specchio del suo animo. Dai biondi capelli ad espressivi occhi azzurri, sprizzanti malizia; una mascella squadrata e un accentuato pomo d’Adamo lo contraddistinguono. Trionfo di un dandismo ricostruito, l’uomo Luca Caputo lo si ritrova incarnato in Gabriele D’Annunzio e Oscar Wilde come nel Principe Feliks Jusupov, il volto più bello e spietato della Corte Imperiale di San Pietroburgo. In Edoardo VIII del Regno Unito Duca di Windsor, che per amore fece tremare la Corona Inglese, come in Antony Armstrong-Jones I Conte di Snowdon, sofisticato fotografo e controverso marito di Sua Altezza Reale la Principessa Margaret.
Egli vive per celebrare la bellezza, perennemente alla ricerca di essa. È amante e solerte cercatore della donna, suo bene più prezioso. L’unico in grado di renderle il giusto onore, l’unico che può contrastarla. Inconfutabilmente distante e intatto da qualsiasi caso Harvey Weinstein, il loro rapporto è creativo, provocante, scontro ed incontro di due grandi forze dedite ad un solo scopo. Odi et amo.
Luca Caputo
a cura di Emma Manco
In alto Paul Newman ritratto da Marc-Antoine Coulon, tratta da www.pictame.com.
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