Sembrava che fosse finita, che non ci fosse più futuro; ed ecco che chiusa una porta, si spalanca un portone. È ciò che avviene ai materiali selezionati per confezionare le creazioni Regenesi: alluminio, pelle, tessuti, plastica, cartone, gomma e altre materie prime che sembravano, dopo il primo utilizzo, aver perso il loro scopo, ma che grazie a processi innovativi e all’avanguardia, si rigenerano, nascono a nuova vita, come prodotti di lusso; pronti a vivere la loro seconda occasione.
Questa è una storia di seconde chanche e di nuove vite, nata dall’idea di Maria Silvia Pazzi, che ha avuto il coraggio, nel 2008, insieme ad team speciale, di fondare un brand non-convenzionale, che crea un rinascimento con materiali post-consumo, trasformandoli in piccole opere d’arte, simbolo del savoir-faire italiano. Un’impresa nobile, coerente e al passo con i tempi. Borse ma anche oggetti di design, sono gli elementi che dominano il mondo Regenesi, osannato dalla stampa mondiale ed indicato come il primo marchio ad investire al 100% nel concetto di sostenibilità e di made in Italy.
Un altro piccolo e scintillante diamante, che dall’Emilia-Romagna, si va ad aggiungere all’altisonante mondo del lusso italiano.
Luca Caputo
In alto: foto tratta da Headtopics.com.
Galleria: foto tratte da Sustainable Gate, StellaMcCartney.com, Regenesi.com.
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