Ancora oggi quello dell’emancipazione femminile, è uno dei temi più fortemente discussi e il tentativo è quello di giungere alla conclusione che la discriminante uomo-donna non esista e che le une abbiano esattamente gli stessi diritti degli altri. Un argomento così complesso attraversa ogni ambito della società e, quando parliamo di moda, troviamo uno dei grandi, un mito indiscusso, Yves Saint Laurent.
Fu lui il primo, già nel 1960, ad appiattire il divario incomprensibile tra moda uomo e moda donna, in cui i primi avevano pieno diritto ad indossare abiti comodi, per tutti i giorni, mentre le seconde erano costrette a sottostare a tanti dettami, specchio stesso della loro condizione, quella di donna che deve ancora rimanere a casa con i figli, e che quindi non ha necessità di dismettere abiti e strette gonne a tubino.
Yves Saint Laurent invece, all’improvviso, si inventa il primo smoking femminile e il « topless habillé ». Con un altro guizzo geniale dà vita alla sahariana, rivisitata in versione chic e poi ancora alla giacca alla marinara, tutti must have dell’armadio della donna moderna.
La sensibilità che lo caratterizzava e che la società gli chiedeva di celare, la grinta che gli apparteneva ma che stentava a dimostrare forse per un’eccessiva timidezza, si traducevano tutte in disegni e progetti stilistici spettacolari e rinnovatori, ancora da nessun couturier abbozzati e immaginati. L’artista parigino inserisce e propone per la prima volta le stampe animalier e sceglie modelle di colore per indossare i suoi abiti. Le sue donne sono tela che nelle mani attente e dedicate dello stilista diventano opere d’arte, non per un pubblico striminzito ed eletto, ma per tutte, soprattutto per coloro che volevano sentirsi donne senza necessariamente ricorrere ad un vestiario scomodo e poco pratico, oppure senza dover rinunciare alla propria femminilità accontentandosi di riutilizzare il pantalone da uomo.
L’arte stessa fu per lui continua ispirazione, costruì intere collezioni relative alle nuove tendenze artistiche pop del Novecento, lanciando la moda stessa fuori dal suo mondo, rompendo ogni barriera che si frapponeva con il pubblico, coinvolgendolo anzi in un nuovo universo di bellezza e magia creativa. Le sue collezioni si ispirarono al cubismo, al movimento fauvista e ad ogni tipologia d’arte che facesse vibrare lo spirito.
Yves Saint Laurent: un sognatore, un creativo, un genio e un’anima sensibile, il cui lavoro ha stravolto la concezione di semplice moda femminile, il cui intervento non passerà mai.
«La moda non è arte, ma per esistere ha bisogno di un artista. Gli abiti sono meno importanti di musica, architettura e pittura, ma è ciò che so fare e che ho fatto, forse, partecipando alle trasformazioni della mia epoca».
Camilla Cataldo
In alto: foto tratta da 1stdibs.
Galleria: foto tratte da Instagram, HuffPost.
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