‘’C’è sempre questa narrazione: se uno è di sinistra, anche straccione, è molto elegante. Se uno è di destra e si veste bene è, invece, molto cafone. I tacchi se li metto io sono volgari, se li mette la Boschi magari anche di leopardo: ma com’è chic!.’’ Afferma Daniela Santanchè dallo sgabello di Belve nel 2020. Parole che di certo, ritornano in mente riguardando il ritratto di Elly Schlein che correda la sua intervista per Vogue.
Nei suoi anni di vita pubblica, la Schlein, non ha mai di certo brillato per eleganza e stile. E invece è bastato il passaggio dall’eskimo e dai blazer colorati al rilassante trench verde salvia per consacrarla sulle pagine di Vogue Italia. A questo punto la domanda è: a sinistra sono davvero chic o è la moda ad essere di sinistra? La risposta la da la stessa Schlein che appunto, la prima intervista da segretario del Partito Democratico ha deciso di accordarla non ad una rivista di moda ma a la rivista di moda: Vogue.
Si tratta di una strategia sia di ‘’normalizzazione’’ e ‘’consacrazione’’ figurativamente data dal passaggio dall’eskimo più radicale al trench borghese sia di rivendicazione del bacino elettorale. Solo uno stupido, come i tanti Gramellini che si sono scaldati alla notizia che la Schlein ricorra ad un armocromista, ponendo inutilmente l’attenzione sull’unica domanda inerente alla moda rispetto alle trenta dedicate alla politica, potrebbe pensare che la Schlein non sia una persona seria o che voglia rivolgersi ad un pubblico diverso da quello del suo bacino elettorale. La moda è da sempre politica e rappresentazione simbolica del potere. E la gente della moda, da sempre, appartiene ad una certa politica. Sia la Schlein che Vogue lo sanno bene.
A pagarne le spese per volontà o per una miopia è la premier Giorgia Meloni. La prima donna Presidente del Consiglio dei Ministri nella storia della Repubblica Italiana non ha spazio sulle riviste di moda e al massimo le sono stati dedicati, in campagna elettorale, copertine su femminili o controversi editoriali come su Grazia. Eppure Meloni, incarna nel bene e nel male, un potere femminile che deve essere celebrato, aldilà del suo operato. La moda e il suo potere li conosce e sa usarli: dai suoi look sobri e borghesi con collane pendenti antiquate, che hanno però funzionato in campagna elettorale donandogli un’immagine di donna italiana media, al power-dressing dei tailleur di Armani passando per i gioielli di Van Cleef & Arpels e il taglio di capelli dalle vibes anni 2000’ richiestissimo al suo parrucchiere romano e non solo. Ma su Vogue c’è Schlein.
‘’Una volta mi ricordo, tantissimi anni fa, al Maurizio Costanzo Show che eravamo al trucco.’’ Ricorda sempre Santanchè riferita a Rosy Bindi: ’’e le ho detto: ma vabbè ma puoi metterti un po’ di rossetto. Mi ha guardato come se avessi bestemmiato in chiesa.’’ Dove si finisce di parlare di moda e si inizia a parlare di politica?
Luca Caputo
In alto: foto tratta da Vogue Italia.
Galleria: foto tratte da Vogue Italia.
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