13 Marzo 2020, Le Grand Mogol lancia la sua campagna #andràtuttobene attraverso i suoi social. Sei scatti di celebri fotografi di Moda, di cui cinque interpretati da alcune grandi testimonial d’eccezione: Cindy Crawford, Claudia Schiffer, Linda Evangelista, Stephanie Seymour e Carla Bruni. Immagini sensuali, forti, provocanti e celebrative. Perché questo dev’essere il nostro spirito di fronte ai tempi difficili che il mondo sta passando; devastato da un nemico invisibile che non fa distinzioni e non perdona: COVID-19; conosciuto semplicemente con il nome della famiglia di virus di cui fa parte: Coronavirus. Questo è ciò che abbiamo realizzato con la nostra voce, ma altre voci del mondo della Moda, più potenti e più conosciute, hanno regalato molto di più della speranza, anche se forte, che può instillare una semplice immagine.
Giorgio Armani, Valentino Garavani, Dolce e Gabbana, Salvatore Ferragamo, Giada, Burberry, Gianvito Rossi, Versace e Prada: sono tantissime le aziende che hanno fatto ingenti donazioni o riconvertito la loro produzione per la realizzazione di mascherine, arma di difesa contro la trasmissione del virus. Ma non solo. Iniziative a fondo benefico e culturali, oltre che ingenti somme devolute agli ospedali più bisognosi, da Milano fino alle altre parti d’Italia. Degna di nota poi l’iniziativa di Chiara Ferragni e del marito Fedez; fautrice della realizzazione dell’ampliamento della terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano.
Ed ecco come un mondo spesso sottovalutato, etichettato come frivolo, dona risposte e speranze maggiori rispetto ad altri settori o istituzioni, nonostante esso stesso, venga devastato, in termini economici, dal virus.
Ma la Moda e il suo mondo rimangono fedeli ai loro obbiettivi: far sognare, dare speranza con la bellezza. Spingere le persone a combattere, donando stimoli e forza nella speranza del raggiungimento di uno scopo. Questo fa la Moda.
Era il 1947, Parigi risentiva ancora degli incubi causati dal secondo conflitto mondiale; eppure i parigini stessi riferivano di come, in quei momenti difficili, le opulente e raffinate vetrine di Christian Dior al 30 di Avenue Montaigne, nel pieno dello splendore del New Look, donavano gioia, speranza e voglia di riscatto. Tessuti morbidi, colori tenui e ricami incastonati di pietre preziose, che contrastavano con i grigiume della vita di guerra condotta fino ad allora; regalavano novità, diventando il simbolo della rinascita e del successo futuro.
Le parole di Fëdor Dostoevskij, ”La bellezza salverà il mondo”, in queste circostanze, potranno sembrare fuori luogo o di cattivo gusto, poiché è vero, poco e nulla, possono, in senso pratico, la Moda, l’Arte o la Bellezza in se, contro la furia di un virus assassino e la crisi globale. Ma non dobbiamo dimenticarci di noi stessi, soprattutto nei momenti più bui, di lottare per non cadere e per avere qualcosa di più e di migliore. Altrimenti quella sarebbe la vera sconfitta.
Luca Caputo
In alto: foto tratta da Primaonline.it
Galleria: foto tratte da Harper’s Bazaar Germany.
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