Io e te
Tu stringevi lei, lui stringeva me. Le eri avvinghiato sopra, le sue gambe chiuse tra le tue, le tue narici che tra i suoi capelli biondi inalavano il profumo della gonna. Le tue dita che le stuzzicavano il capezzolo, intaccando quel sonno sospirato. Mi teneva chiuse le gambe con un braccio, la sua testa bionda addormentata sul mio fianco e la sua mano su per la mia schiena, come a domarmi. Languidamente distesi, come corpi di pasta di mandorle. Ma pensavo a te, che ora stringi lei, pensavo a te, pensavo a quando mi svegliai alle sei nel letto di quell’appartamento, stretto tra i casti lenzuoli, e tesi la mano verso di te in dormiveglia, la poggiai a pochi millimetri dal tuo petto, e tu apristi gli occhi. ” Non partire, rimani qui.”-” Devo andare”. Eppure, tutto tacque. Perchè quegli sguardi sono più intimi e profondi di qualsiasi penetrazione. Dopo averti lasciato alla stazione senza neppure baciarti. Un saluto cosi frettoloso, tornai a casa e mi rimisi a dormire. O almeno cercai. Fitte in petto di quelle che non vuoi, e che cerchi di giustificare in altro modo, anche se ne conosci la causa. Ma fai finta di nulla. Continui ad andare avanti. Molte ore dopo guardai Instragram, e lo vidi dormire, dalle storie di un suo amico, nel suo pigiama di pile, nel suo letto, come un angelo, a casa sua, nel suo paese, nel suo mondo. Tu sei sbagliato, così non va, non deve andare. E mentre ti dici ciò, sai leggere le sue palpebre chiuse, che dicono – “Ora sto bene perchè sono stato con te”.
L.C.
‘’Oddio, ti piacciono i maschi!’’. Le paure che ruotano in testa, le risate di scherno, l’incubo di ogni ragazzino che di nascosto sente battere il proprio cuore per il compagno di banco. Le lacrime di un adolescente abbandonato per codardia. La tristezza profonda di un uomo che aspetta quella che resterà sempre la sua metà di metà. La volgarità dell’ipocrisia e il bigottismo imperante; la demonizzazione. Eppure, Mademoiselle Coco diceva sul finire della sua vita che se non si è ricevuto amore si è una nullità, non si è vissuto. Tutti meritano di amare. Che ragione c’è per mettersi d’impegno affinché non tutti possano? Ognuno a proprio modo. Dal quadretto di famigliola perfetta alle amicizie particolari…
Luca Caputo
a cura di Emma Manco
In alto: poster di ”Chiamami con il tuo nome” di Luca Guadagnino, tratta da www.etsy.com.
Devi accedere per postare un commento.