14:58. La Land Rover verde oliva, appositamente modificata su indicazioni del Duca, raggiunge i piedi della scalinata occidentale della Saint George’s Chapel al Castello di Windsor. É l’addio a Sua Altezza Reale il Principe Filippo, Duca di Edimburgo, consorte di Sua Maestà la Regina Elisabetta II del Regno Unito. Una cerimonia funebre sobria ma profonda, ricordando l’uomo che per oltre settant’anni è stato l’altra metà di Sua Maestà, sempre qualche passo indietro la sovrana, sempre pronto a sostenerla. Per lui, lei, era l’essenza del suo dovere, il suo ‘’lavoro’’. Una lavoro per il quale ha sacrificato la sua libertà, alla quale tanto era devoto, per il quale ha dovuto mettersi da parte i propri piaceri e placare la sua indole di uomo amante della vita. Un lavoro che l’ha fatto soffrire, ma che in fondo amava.
Bello ed attraente, biondo, alto, atletico ed elegante; nato Sua Altezza Reale Principe di Grecia e Danimarca, Filippo quando si apprestava a sposare l’allora Principessa Elisabetta, si lasciava alle spalle una famiglia difficile e divisa: nobile ma senza corona, ferita da lutti e sfortune. Fu un padre e un marito controverso. L’amore per le belle donne e la vita sportiva e militare, gli scandali, i tradimenti (nascosti con lavoro di cesello) i difficili rapporti con i figli, in particolare con il primogenito; erano tutti dovuti alla sua indole competitiva ed energica, da uomo che sentiva il bisogno di essere padrone della sua vita e che invece doveva limitarsi ad ‘’accompagnare’’ la sua sovrana, anche se era la donna che amava.
La sua figura è bel lontana da quella di un altro Principe consorte, Alberto, marito della Regina Vittoria. Al di là delle celebri gaffes, Philip Mountbatten era l’essenza della modernità che convive con la tradizione e coi doveri. Un incontro/scontro che non ha mai smesso di bruciare nell’animo del Principe.
Luca Caputo
In alto: foto tratta da Blasting News.
Galleria: foto tratte da Io Donna, GQ Italia, Donna Moderna.
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