Tête-à-tête

Destini Incrociati: Gigliola Castellini Curiel di Vittoria M. Podo

Storie di eredità, bagagli, riecheggi e racconti. Storia di carriere fortemente intrecciate con il territorio. Con Le Grand Mogol amiamo riportare le storie degli intervistati donando luce ai rapporti che legano visceralmente la loro idea imprenditoriale e la terra dalla quale sono nati e nella quale vivono. Oggi Milano: storica, difficile da approcciare: elaborata, non per tutti, ma inaspettatamente leggibile. Distantemente accogliente, però sempre stabile, come la sede Curiel in Corso Matteotti, storica anche quella: lì da quando Gigliola Curiel, personaggio che oggi saremo accompagnati a conoscere, da pioniera del settore Moda in Italia decise con invidiabile intraprendenza di aprire il suo primo atelier. Tramite la nipote Gigliola (anche lei) Castellini Curiel, che ha assunto con competenza il delicato compito del tramando, capiremo in che misura la maison Curiel è un iconico tassello del mosaico che compone la storia di Milano, su di una via che oggi arriva fino al Medio Oriente.

Ciao Gigliola. La vita della nonna Gigliola Curiel è la prima tappa del tuo percorso che mi piacerebbe toccare assieme a te. Quando ti viene chiesto di raccontare la sua storia, qual è l’aneddoto che più ti piace riportare?

Tra tutti i vari episodi che hanno trasformato la sua vita travagliata in mito, sicuramente quando, durante la guerra, decise di nascondersi all’Hotel Plaza di Roma, al tempo quartier generale delle SS; convinta che nessuno verrà a cercarla proprio lì. Io non sarei mai riuscita a farlo. Trovo che sia l’aneddoto specchio del suo carattere e il simbolo del suo coraggio.

L’immaginario comune tende a interpretare delle attività che si tramandano da generazione a generazione come non richiedenti un particolare expertise, ma in qualche modo camminanti già sui propri piedi. Tu invece hai costellato la tua vita di una attenta formazione professionale, probabilmente determinante nel ruolo di leadership che oggi svolgi nell’azienda. Ci potresti raccontare i passi da te percorsi nella tua formazione professionale e, perché no, anche personale?

Beh, quando nasci nel mondo della Moda inevitabilmente ti accompagna per tutto il tuo percorso ma devo ammettere che inizialmente non pensavo di lavorarci. Ho ricevuto una formazione umanistica frequentando il Liceo Classico Berchet. All’epoca sognavo di fare l’attrice di teatro con la disapprovazione di mia madre. Era molto duro, dopo la scuola, fare la comparsa di sera sapendo che domani ti attendeva un’alzataccia. Mi iscrissi a Lettere Classiche ma abbandonai, non mi aveva preso abbastanza. Trovai il mio posto in Bocconi alla facoltà di Economia Aziendale dove mi laureai con con la tesi “Dall’Alta Moda al Prêt-à-Porter”. Dopo un po’ di esperienza all’estero iniziai a fare gavetta da mia madre per mezza giornata. Ho fatto di tutto. Dal magazzino fino al reparto creativo e da lì una volta entrata non ci sono più uscita. Comunque oltre le varie esperienze, spinte e arresti, ho trovato la mia strada e con alti e bassi mi sento libera.

Avete siglato un accordo che ha consentito alla vostra maison di varcare i confini del Medio Oriente, in un progetto imprenditoriale che internazionalizza e dona nuove ed inedite sfumature alla filosofia del vostro marchio. Qual è la caratteristica del vostro pensiero che più vi preme mantenere intatta in questa nuova declinazione?

La storicità è il più grande fardello da mantenere. Sinceramente da soli non vedevo un grande futuro e mio fratello Gaetano è stato di grande aiuto a trovare qualcuno che ci aiutasse a far crescere il brand. Il mio più grande terrore era che il marchio si denaturalizzasse ma fortunatamente abbiamo trovato degli ottimi partner.

Che caratteristiche manterrebbe la maison Curiel se non avesse mai avuto sede a Milano ma in un’altra città?

Sicuramente l’internazionalità. Il marchio nasce a Milano; come azienda tipicamente milanese; ma anche se fosse nata in un’altra città sicuramente avrebbe conservato intatto il modo di lasciar esprimere le donne: con discrezione, eleganza e femminilità. Come facciamo da sempre.

Vittoria M. Podo

In alto: foto tratta da Internationalpost.

Galleria: foto tratte da shoopingmilanoroma.it, Corriere.

 

 

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