Le Cabinet

Ciao Isa di Luca Caputo

L’incarnato scuro, forse a tradire gli esotici natali. La bocca dischiusa, l’espressione, contemporaneamente, sensuale e malinconica, data da una bocca dischiusa. Una cascata di capelli d’oro, ad incorniciare due profondi laghi, come soleva dire il fotografo Richard Avedon, al posto degli occhi. Quello sguardo blu oltremare, poche settimane fa, ha, purtroppo, smesso di brillare. Ciao Isa.

Italiana nata a Tripoli, Isa Stoppi, fu tra le più celebri e iconiche modelle degli anni Sessanta. Rappresentante dell’Italia a Miss Universo 1962, vinse in patria e arrivò alla finale a Miami, negli Stati Uniti. Lanciata da Diana Vreeland, storica Direttrice di Vogue, divenne, in brevissimo tempo, musa dei più grandi fotografi di Moda dell’epoca e interprete delle migliori firme dall’alta Moda: Henry Clark, Gianni Versace, Valentino e Irving Penn furono tra i suoi estimatori. Giampaolo Barbieri fu il suo mentore, come ricorda la stessa diva: “Appena mi vide Giampaolo mi disse subito ‘sei pienotta, dimagrisci, e tagliati la frangia’. Aveva ragione, i chili in più ti chiudono le ossa e quando sono tornata mi ha trovato subito fotogenica, con gli zigomi scolpiti, e abbiamo lavorato insieme tutti i giorni per tre anni: lui mi ha tirata fuori e io ho tirato fuori lui, l’ho aiutato a sbizzarrirsi ed è venuta fuori la Isa che abbiamo inventato insieme, perché la bellezza va tirata fuori”.

A seguito del matrimonio con Gian Germano Giuliani, terminò l’attività di modella e lavorò come redattrice per Vogue fino alla sua seconda gravidanza che la vide ritirarsi definitivamente dalla vita lavorativa. Elegante e carismatica, da poco tempo le era stato dedicato un volume che raccoglieva i suoi scatti più celebri a cura di Adriana Glaviano e Cesare Cunaccia.

Lunedì 16 Novembre 2020 nella parrocchia di San Vincenzo de’ Paoli, la città di Milano, dove abitava e si è spenta Isa, ha reso omaggio ad una delle donne più belle del suo tempo. Consacrata per sempre su carta patinata.

Luca Caputo

In alto: foto tratta da Pleasurephoto.

Galleria: foto tratte da Gian Paolo Barbieri, Non Solo Cinema.

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