Le Cabinet

Blonde di Luca Caputo

”Desiderata da molti. Incompresa da tutti.” Questo è Blonde, film biografico, ultima opera di Andrew Dominik, lanciato su Netflix il 28 Settembre 2022. Chi sia la bionda, desiderata da molti e incompresa da tutti è inutile stare a precisarlo. L’ultimo film sulla quella magnifica tragedia che è stata la vita della più grande attrice di tutti i tempi, Marylin Monroe; è tratto dalla biografia romanzata (un pò troppo, come la pellicola) di  Joyce Carol Oates. Un film cannibale, autodistruggente, poco graffiante, drammatico ma a tratti patetico, sul quale troneggia però la splendida Ana de Armas, in un’interpretazione magistrale della diva. Nessuno ha mai saputo dar voce a Marylin meglio di lei.

”So che dovrei abituarmi a tutto questo. Ma io non ci riesco. Ho interpretato Marylin Monroe. Marylin Monroe. Marylin Monroe. Non posso affrontare un’altra scena con Marylin Monroe.” Il tema del cannibalismo, dell’autodistruzione è disvelato proprio in questa frase: Marylin Monroe si nutre di Norma Jean. La creazione uccide il creatore. Norma Jean Baker dalla desolazione e dal buio della sua infanzia emerge come la donna più famosa del mondo; condensando il suo dolore che trasforma in voglia di riscatto, le aspettative altrui e la strumentalizzazione delle le proprie doti, recitative e non; crea il personaggio dell’attrice Marylin Monroe. Ma non è abbastanza forte, ne rimane soggiogata, le attenzioni e la brama di cui la fanno oggetto gli uomini finiscono per divenire violenza, stupro. Tutto inizia a seguire non ciò che lei desiderava ma quello che gli altri desideravano per lei. Il sogno si tramuta in incubo.

Tra la lentezza imbarazzante per una vita così intensa e alcune scene che quasi risuonano come contro abortiste, ben si racconta però questa contraddizione, questo chiaro oscuro. Che poi è il fulcro del dramma del mito della Monroe. Il suo fascino racchiudeva la sua personalità: la donna più desiderata del mondo che parlava del sesso come una bambina di sei anni. Forza ed estrema sensualità convivevano in contrasto in lei.

Il più grande limite del film è, oltre alle critiche già citate, proprio l’aver eccessivamente romanzato la vita dell’attrice. Questa tecnica, di solito ottimale, ha fallito, appianando le profondità dei rapporti, i risvolti più intimi e controversi che si potevano analizzare. La Monroe con il suo dramma ne esce però profondamente vincitrice, complice l’interpretazione della de Armas e la splendida fotografia. A distanza di anni dalla sua morte questo film spiega perché ancora ci sono rose rosse depositate, dai fan sulla sua tomba. Diva per sempre.

Luca Caputo

In alto: foto tratta da Nerd.face.it.

Galleria: foto tratte da CiakClub, GoldDerby, Cosmopolitan.

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