Questa è la storia di Bayria, l’esclusivo brand che sta ridettando i parametri dell’ottica di lusso. Una storia fatta di ricerca e sperimentazione che ha inizio nel profondo sud, nella Terra di Bari (Bayria è infatti, l’antico nome del capoluogo pugliese) e che si sta scrivendo; scalando sempre di più le cime del Fashion System; Fashion Week dopo Fashion Week. Materiali e linee d’avanguardia, volumi maxi e multi sfaccettati, incisioni decor e geometrie tridimensionali che rendono un semplice paio di occhiali una piccola opera d’arte. Sono Statement Accessory, i pezzi unici che donano personalità ad ogni look, quelli realizzati per Bayria da Vincenzo Nesta, giovanissimo designer originario di Corato che qui ci parla di savoir-fair, passioni e valori.
Bari/Bayria: il lungomare, il centro storico di una città cosmopolita da sempre incontro di diverse culture. Certamente fuori dai radar delle convenzionali città della moda, Bari è però parte integrante dell’animo del marchio. Ci parli del legame artistico che scorre tra la città e il brand.
Le collezioni Bayria si ispirano all’arte, tout court. La prima collezione si ispirava totalmente all’anima di Bari, a partire dal logo che riporta il disegno di mosaici stilizzati presenti nella Basilica di San Nicola, fino ai simboli della città presenti nei modelli. Il modello Apulia infatti, è stato ideato guardando il teatro Petruzzelli dall’alto; il modello Varolum, con i suoi scavi geometrici sul frontale, rimanda agli intarsi del prospetto del Castello Svevo di Bari. Nella p/e 2021, Bayria ha mescolato il mix connotante tra avanguardia e tradizione che caratterizza la città di Bari, omaggiando le linee eleganti dei palazzi del potere che sorgono sul lungomare, esempi architettonici del razionalismo italiano, dalla geometria rigorosa e lineare che, per quanto palesemente moderna viene affiancata da elementi dell’arte classica, simmetrici e puramente decorativi. Dicotomia che ritroviamo nella serie di occhiali Bayria in cui le geometrie e gli effetti materici definiscono le forme, rese leggiadre dall’uso espressivo delle lavorazioni e dei decori. Il design e la moda sono per Bayria un universo a cui attingere per guardare al futuro, ma seguendo i dettami dell’eleganza e della qualità. La f/w 2021 trae ispirazione dai tagli e dagli spessori importanti dei bugnati a punta di diamante, rivestimento che venne utilizzato nel ‘500 per conferire prestigio alle costruzioni. Il bugnato a punta di diamante è presente in molte regioni del sud, grazie all’influenza artistica dei Borgia. Abbiamo appena lanciato una limited edition, Liberty, che omaggia il simbolo per eccellenza del capoluogo pugliese: palazzo Mincuzzi. Il frontale di questo modello unico e sinuoso, realizzato in soli 100 pezzi numerati, presenta ghirigori che portano alla mente i capitelli ionici della facciata del palazzo Mincuzzi, rigorosamente in acetato nero Osaka opaco, lo stesso nero che ricorre in tutto il design dell’edificio, dalle ringhiere interne all’insegna. Le lenti, bordeaux con antiriflesso interno, si ispirano al colore che la facciata acquisisce con il riverbero delle luci. Le aste a riccio invece, sono in metallo oro, colore che guizza tra le vetrate esterne e domina lo spazio, esaltando le geometrie dei decori liberty, portando alla mente la cupola decorata con tessere in vetro oro.
Lo spirito di osservazione e la curiosità sono alla base della sua formazione come designer: da perito industriale a creativo prima di abiti, poi di scarpe e infine di ottica. Da dove sono nate?
Sono nato Puglia, da una famiglia con origine venezuelana. Ho trascorso la mia infanzia in una tipica masseria, immersa nella murgia pugliese, dove ho iniziato a sviluppare il mio senso artistico, realizzando piccole sculture fatte di pezzi di ferro e mollette e qualsiasi materiale racimolato in campagna. La grande dimora, arredata con un insolito mix venezuelano e americano, era abbellita da sgargianti carte da parati raffiguranti pavoni, gli stessi che vedevo scorrazzare per il cortile. Le piume, i colori sgargianti, l’eleganza di questo animale così esotico ma anche legato alla terra, hanno fanno scaturire in me una passione sfrenata per tutto ciò che è arte, nel senso più esteso del termine: dall’architettura alle forme presenti in natura, dalla materia al colore. Nel 2001 mi sono diplomato come perito industriale, ma ben presto ho capito che la mia strada era la moda. Ho iniziato così a lavorare come apprendista da sarte, calzaturifici, atelier, rubando il mestiere con gli occhi. Ho appreso come oggetti e vestiti vengono creati e modellati, dal bozzetto sino alla realizzazione. Ho iniziato così a disegnare i miei primi lavori: capi, scarpe, per finire agli occhiali. Ne ho sempre indossato un paio, per me gli occhiali sono più di un oggetto, ma il biglietto da visita di una persona, il modo in cui approccia il mondo. Nel 2014 ho disegnato una linea per un brand pugliese in pietra e legno che ha spopolato. A questa linea ne sono seguite altre in sughero, fibra di carbonio e pelle, resine e smalto. Nel 2017 ho incontrato Attilio Daniele, da anni operante nel settore eyewear e abbiamo pensato di fondare un nuovo brand sotto la mia direzione artistica. Così, nel 2018 è nato Bayria Eyewear.
Cinque cm (questo lo spazio di lavorazione di un’occhiale) di sfide: ci parli delle più grandi sfide a livello artistico e funzionale che ha vinto nella creazione di un paio di occhiali. Ricerca personale, passione e richieste di mercato.
Affidiamo la realizzazione delle nostre creazioni a laboratori artigianali che applicano i dettami del lavoro etico. Le montature vengono prodotte in Italia in luoghi che garantiscono il rispetto del patrimonio umano e ambientale. Tutto questo costituisce per noi una sfida quotidiana: tempi più lunghi, costi più elevati. Ma il risultato ci ripaga di tutti gli sforzi che costantemente riponiamo nel nostro processo creativo. Oltre allo stile e all’innovazione, Bayria Eyewear ha come mission la sostenibilità: rispetto del territorio, dell’ambiente e soprattutto del patrimonio umano. L’acetato di cellulosa utilizzato è all’80% vergine, prodotto impiegando minore quantità di solventi e durevole nel tempo. Siamo costantemente alla ricerca di soluzioni che rendano le nostre produzioni sostenibili dal punto di vista ambientale, territoriale ed etico. Stiamo sperimentando l’applicazione di lenti sostenibili e con un basso impatto ambientale.
Come nasce l’ispirazione per una creazione Bayria ?
Ogni stimolo visivo, profumo, particolare che mi colpisce guardandomi intorno può divenire una fonte di ispirazione per una serie di occhiali. Credo molto nell’arte che porta all’arte. Siamo aperti alle collaborazioni per portare nel mondo dell’eyewear l’arte, il design e la musica. I nostri occhiali sono stati indossati da molti personaggi del mondo della musica, come Colapesce e Dimartino, Mario Biondi, Versailles, Vhelade e dall’opera d’arte vivente inglese, Pandemonia.
L’apprezzamento del Fashion System, da Sara Maino ad Andrea Batilla è unanime di fronte a quello che è l’unico brand di ricerca nel mondo dell’ottica. Ma Bayria è molto di più: è prima di tutto un marchio Made in Sud ma con un’anima internazionale. E per lei cos’è Bayria?
Bayria per me è amore allo stato puro. Amore per l’arte che ritrovo in ogni collezione; amore per il design, in quanto attraverso il brand cerchiamo di adattare la funzione di un oggetto necessario alla pura estetica. Amore per la cultura che cerchiamo di tramandare raccontando la storia dietro l’oggetto. E inoltre, amore per l’ambiente: attraverso le nostre scelte produttive, cerchiamo di restituire alla terra e alle generazioni future quello che abbiamo preso in prestito.
Luca Caputo
Foto in alto: ritratto di Vincenzo Nesta, gentilmente concesso da Bayria.
Galleria: foto gentilmente concesse da Bayria.
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